sabato 12 gennaio 2013

I miei pes coi


Sulla scia dell'orgoglio regionale risvegliato dai pranzi capodanneschi, la settimana scorsa ho approfittato dell'immotivata presenza nel mio frigo di un cavolo verza (immotivata perché si è più o meno teletrasportato da solo fino a casa, visto che io non l'ho comprato) per cimentarmi nella preparazione dei pes coi. I "pesci di cavolo" sono un altro tipico piatto piemontese, che però non ha nulla a che vedere col pesce. Si tratta di involtini di verza concepiti in origine come piatto di recupero degli avanzi di carne domenicali e, in quanto tali, hanno il vantaggio di poter essere farciti più o meno con tutto (anche se i bacchettoni possono limitarsi all'arrosto del giorno prima).

Ingredienti per circa 15-16 involtini:

foglie di verza
300 gr. di carne trita 
100 gr. di mortadella
2 uova
100 gr. di parmigiano grattuggiato
rosmarino
prezzemolo
timo
uno spicchio d'aglio
olio
sale
pepe
vino bianco (opzionale)
brodo vegetale (opzionale)

Pulite il cavolo eliminando le foglie esterne più rovinate e sciacquando bene le altre più volte sotto l'acqua. Scottate in acqua poco salata le foglie selezionate: bastano 2-3 minuti, tempo di ammorbidirle per facilitare la preparazione dell'involtino. Scolate le foglie ed asciugatele con delicatezza.
Fate scaldare 2 cucchiai di olio d'oliva in padella e fatevi rosolare la carne trita con del rosmarino. Io ho poi sfumato con un goccio di vino bianco per darle più sapore. Salate, pepate e lasciate riposare.
Trasferite la carne intiepidita in una ciotola, unendo poi la mortadella tritata, le due uova, il timo, il parmigiano, qualche foglia di prezzemolo tritata, aglio tritato sale e pepe. Amalgamate bene il tutto.
Disponete il composto di carne sulle foglie aperte di cavolo, chiudete gli involtini e fermateli con degli stuzzicadenti. 
Cuocete i pes coi in una padella con dell'olio per 15 minuti. In teoria andrebbero soffritti sino alla doratura. Io però ho preferito scottarli con poco olio e completare la cottura (una decina di minuti) con qualche cucchiaio di brodo vegetale.

Gli involtini, una volta in padella, somigliano a tanti filetti di pesce in attesa di cottura :)

Ed ora un piccolo suggerimento per recuperare le foglie di verza avanzate (da una ricetta del gentil consorte):

Pulire e tagliare a strisce la verza. Far soffriggere in poco olio uno spicchio d'aglio tritato, peperoncino tritato e qualche seme di cumino. Aggiungere una vaschetta di pancetta dolce e dopo qualche minuto alcune olive nere tagliate a rondelle. Unire quindi la verza e lasciarla appassire. Sfumare con mezzo bicchiere di vino bianco, salare, pepare, cospargere abbondantemente di zenzero  in polvere e far cuocere coperto per circa 30-35 minuti rigirando spesso. A cottura ultimata spruzzare con della salsa di soia dolce (quantità a piacere) e lasciare insaporire qualche minuto sul fuoco. 

Sperando di aver inaugurato il vostro processo di piemontesizzazione, vi saluto e vado a fare un po' di  utile shopping da saldi, ora che le orde fameliche di shopaholic si sono ritirate dai negozi.

1 commento:

Federica ha detto...

Che simpatico il nome di questi involtini. Gustosa idea di "riciclo" degli avanzi di carne e tutto sommato penso anche molto versatili. Adoro la verza e mi ispira molto anche il suggerimento del gentil consorte :) Piacere di conoscerti, a presto e buona giornata